Un chilometro di autonomia vale più di mille scuse
Quando camminare diventa un’opportunità – anche per i bambini con qualche difficoltà in più.

Il caso di un dodicenne zurighese ha recentemente fatto discutere: i suoi genitori hanno portato in tribunale la decisione della scuola di assegnarlo a un istituto distante circa due chilometri da casa, ritenendo il percorso troppo lungo e faticoso per il figlio, affetto da sovrappeso e leggere problematiche ortopediche. Il Tribunale amministrativo ha però respinto la richiesta, dichiarando il percorso «sopportabile e privo di difficoltà particolari», sottolineando l’importanza del movimento quotidiano per la salute e lo sviluppo del bambino (articolo completo in fondo alla pagina).
Per noi, questa vicenda conferma una convinzione profonda: il tragitto casa-scuola a piedi non è solo possibile, ma benefico e fondamentale per l’autonomia, la salute e la socializzazione dei bambini. Il cammino quotidiano, specialmente se condiviso con i coetanei, aiuta i giovani a sviluppare competenze motorie, responsabilità e fiducia in sé stessi.
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Anche in presenza di fragilità fisiche lievi, camminare può diventare parte della soluzione, non del problema.
NON FARE TU AL POSTO MIO – A. Pellai
Lasciami sbagliare, non fare tu al posto mio
Ho bisogno di sapere di cosa son capace io
Se faccio un errore non è poi la fine del mondo
Prendimi per mano, e fai con me un girotondo
Mentre cantiamo “casca il mondo, casca la terra”
Sappiamo bene che si può finire giù per terra
Però poi ci si rialza e si continua a girare
La vita è un gioco bello, tu fammela giocare
Guardami con occhi tranquilli, positivi, senza paura
E grazie a te vivrò la mia bellissima avventura
A volte cadrò, sbuccerò un ginocchio, mi farò male
Ma poi mi rialzerò in piedi e ricomincerò ad andare
Perché c’è sempre un po’ di rischio quando si cresce
Se non si rischia un po’, a diventar grandi non si riesce.
Leggi l’articolo tradotto (Deepl.ch) 👇
Un percorso scolastico di due chilometri è considerato accettabile
Il Tribunale amministrativo respinge il ricorso dei genitori di un figlio in sovrappeso
ISABEL HEUSSER
Quando nel maggio 2024 i genitori di un ragazzo di dodici anni del distretto di Winterthur ricevono una lettera dalla direzione scolastica, diventano preoccupati. Il docente del figlio lascerà la scuola, si legge nella comunicazione. Per questo, tutti gli alunni della classe verranno assegnati a un altro edificio scolastico dopo le vacanze estive.
I genitori non vogliono accettarlo, perché il tragitto scolastico del loro figlio, che frequenta la quinta elementare, si allungherebbe a circa due chilometri – una distanza ritenuta troppo grande. Perciò chiedono che il ragazzo venga assegnato a una scuola nel precedente edificio oppure che venga organizzato un trasporto gratuito per lui. Arrivano fino al Tribunale amministrativo. La giustizia si occupa regolarmente di casi legati all’assegnazione scolastica. A volte i genitori fanno ricorso perché una bambina non può più vedere le sue amiche. Altre volte, dei gemelli vengono separati e finiscono per non frequentare più la scuola. Il motivo più frequente, però, riguarda la lunghezza del percorso scolastico.
In questo caso, i genitori ritengono che il nuovo percorso sia inaccettabile per il figlio, che impiegherebbe 35–40 minuti a piedi. Hanno persino calcolato la velocità di cammino: 3–3,5 km/h. Durante il tragitto, il ragazzo dovrebbe affrontare «notevoli dolori ai piedi, alle ginocchia, ai fianchi e al collo», argomentano i genitori. Il ragazzo soffre inoltre di un’allergia ai pollini.
«Scarse capacità in bicicletta»
Come prova, i genitori allegano una relazione del pediatra che attesta «alcuni problemi ortopedici» e afferma che il ragazzo, «per motivi di salute», non sarebbe in grado di percorrere due chilometri a piedi. Il ragazzo non vuole andare in bicicletta a causa delle sue «scarse capacità ciclistiche» e di dolori durante la pedalata; inoltre, ha paura di cadere.
Il primario di ortopedia pediatrica dell’Ospedale cantonale di Winterthur, in due ulteriori relazioni, diagnostica dolori cervicali e una lieve obesità. Sottolinea anche un «certo ritardo nello sviluppo motorio grossolano», una «riduzione della forza» e forse una «lieve inclinazione del capo».
I dolori cervicali sarebbero probabilmente spiegabili con la «scarsissima forza delle spalle» e con il trasporto prolungato dello zaino. Sia la madre che il figlio sono consapevoli dell’importanza di fare più movimento per perdere peso, ma ritengono il tragitto scolastico una grande fatica.
La scuola ha motivato l’assegnazione degli alunni soprattutto con il fatto che i sei bambini della classe coinvolta potranno continuare a frequentare la scuola insieme, senza essere separati. È stato un desiderio esplicito di tre famiglie coinvolte.
Dubbi espressi
Il Tribunale amministrativo conclude che il tragitto più lungo è comunque sostenibile per il dodicenne. Non è presente una diagnosi medica specialistica che lo contraddica; il giudice considera la relazione del pediatra «non significativa». Dalle relazioni successive risulta solo che il trasporto prolungato dello zaino peggiora i dolori cervicali.
Dei «notevoli dolori» a piedi, ginocchia e fianchi, come indicato dai genitori, non si fa menzione nelle relazioni mediche. Né si attesta che il ragazzo non possa andare in bicicletta o che questo gli provochi dolore. Anche per quanto riguarda l’origine dei dolori cervicali, il medico ha solo potuto speculare: il ragazzo ha infatti percorso il nuovo tragitto a piedi solo nei primi due giorni di scuola, da allora viene accompagnato in auto dalla madre.
L’argomento secondo cui il ragazzo avrebbe una forte paura ad andare in bicicletta non viene accettato dal tribunale. Anzi, si dubita che tale paura esista davvero, dato che tre anni prima aveva partecipato a un percorso di abilità ciclistica. Il tragitto scolastico, inoltre, non presenterebbe «nessuna difficoltà particolare». La docente si è offerta di sostenere lo studente nel miglioramento delle sue competenze ciclistiche.
La scuola ha giustamente sottolineato che, per lo sviluppo personale di un bambino, è molto importante poter percorrere il tragitto scolastico assieme ai compagni. Inoltre, la scuola elementare offre un servizio mensa, per cui il ragazzo non dovrebbe necessariamente percorrere il tragitto quattro volte al giorno.
Il Tribunale amministrativo respinge quindi il ricorso dei genitori. I motivi presentati non bastano per classificare il tragitto scolastico come inaccettabile, si legge nella sentenza. I semplici «desideri e paure» non sono determinanti. I genitori dovranno ora sostenere le spese processuali per un totale di 2170 franchi. La decisione è definitiva, ossia è stata accettata dai genitori. Non è chiaro se ora il ragazzo andrà a scuola a piedi o continuerà a essere accompagnato in auto.
Un bambino che cammina verso la scuola è un cittadino che cresce.