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Il Pedibus che camminava fra i ghiacci

Intervista al Signor Luca (62) di Muralto e la storia del suo Pedibus fra le nevi della Norvegia

Articolo di Barbara Borgotti Reclari

Il sig. Luca

Con questa intervista vogliamo tornare un po’ indietro nel tempo. Corrono gli anni ’80 e Luca è un ragazzo di vent’anni con una grande passione per la cucina. Le sue qualità come cuoco gli vengono subito riconosciute e gli permettono di girare il mondo e di stabilirsi poi, in Norvegia. Qui Luca svolge la professione di Chef in un ristorante rinomato. Ed è proprio qui che Luca conosce anche l’amore. Una ragazza molto bella con una bambina di pochi anni che frequenta la Scuola dell’Infanzia. La natura in Norvegia è stupenda e la Scuola relativamente vicina a casa. Luca decide pertanto di organizzarsi per portare la bimba all’asilo a piedi… e non passa di certo inosservato. Di lì a poco tutti i bambini dei vicini vogliono intraprendere il viaggio avventuroso da casa a scuola e ritorno con Luca!

  • Buongiorno Luca, ci racconti brevemente di lei.

Sono originario di Muralto. Ho studiato come cuoco e per lavoro ho girato il mondo. 

Sono stato in Messico, a Zurigo e per finire mi sono trasferito, grazie al mio capo, in Norvegia dove sono rimasto per 13 anni.

  • Come nasce la sua dedizione per l’andare a piedi e come possiamo collegarla al Pedibus?

In Norvegia ho conosciuto una ragazza, che poi è diventata la mia morosa, la quale aveva una figlia. Insieme abitavamo in un nucleo e spesso c’era la tradizione di trovarsi fuori la sera per bere un caffè e scambiare quattro chiacchere. Tutti i bambini del quartiere stravedevano per me, mi vedevano come un riferimento.

Ero abituato ad accompagnare la figlia della mia compagna a piedi alla Scuola dell’Infanzia, ci piaceva camminare ed esplorare la natura. Così, una mattina la mia morosa mi ha detto: “perché già che porti lei, non porti anche tutti i suoi compagni che abitano lungo il tragitto?” 

Di primo acchito mi è sembrata una grande responsabilità ma poi ho deciso di provarci e di creare il mio… Pedibus!

  • Da quanti bambini era composto il Pedibus? Che distanza percorrevate?

I bambini erano spesso più di 10 e la tratta fino a scuola durava circa 35 minuti di camminata. Non ricordo esattamente quanti chilometri fossero. La scuola era su una collina, quindi dovevamo fare anche una bella salita e passare attraverso i boschi. Gli altri genitori non accompagnavano, i bambini erano felici di venire con me! Spesso a metà strada ci veniva incontro la maestra, ma non succedeva sempre.

Un bel giorno ho avuto un’idea perché i bambini ogni tanto si distraevano cambiando percorso. Così ho deciso di prendere un bel bastone lungo e la prima volta che sono tornato in Svizzera per le vacanze ho acquistato in aeroporto tanti mini campanacci (tipo portachiavi) da appendere al bastone. Ogni bambino si attaccava al bastone e aveva un campanellino, quando aveva una necessità o mi voleva far vedere qualcosa lo suonava e io mi fermavo. 

I genitori si fidavano di me e anch’io ero contento di poter dare una mano alla collettività. I miei turni da cuoco, a differenza di altre professioni, mi permettevano di accompagnare i bambini alla Scuola dell’Infanzia e di andarli a riprendere, sempre a piedi!

  • Il Pedibus veniva svolto ogni giorno e con qualsiasi tempo?

Assolutamente sì, in Norvegia si è abituati a camminare con il freddo. Eravamo equipaggiati con tutto il necessario (carta igienica, acqua, ecc.). In inverno avevamo anche le pile per illuminare il percorso perché il buio scendeva presto. Fondamentale era vestirsi nella maniera adeguata perché camminavamo anche con la neve!

Lo spettacolo più bello, ma anche raro? Vedere l’aurora boreale!

– Per quanto tempo ha accompagnato il suo Pedibus?

Per un paio di anni, fino a quando la bambina ha iniziato la Scuola Elementare. Dopodiché abbiamo dovuto smettere poiché i chilometri da percorrere erano troppi. Il Pedibus è quindi stato sostituito dal pulmino scolastico.

– Cosa l’ha riportata in Svizzera?

Purtroppo, all’età di 36 anni mi sono ammalato e per forza di cose sono dovuto rientrare. La malattia mi ha costretto sulla sedia a rotelle e ho avuto la necessità di tornare dalla mia famiglia. Altrimenti sarei rimasto in Norvegia!

– Com’è cambiata ora la sua vita?

Le attività con i bambini mi piacciono ancora molto. Qui a CINE..MA – Portineria di Quartiere ne svolgiamo diverse. Inoltre, cucinare è rimasta una mia passione e quando posso lo faccio anche qui… per tutti. Tra le mie specialità c’è l’arrosto!

Sono molto felice quando i miei nipotini che abitano in Svizzera interna mi vengono a trovare; a loro insegno ad essere creativi: disegniamo, dipingiamo e facciamo lavoretti.

Per concludere, non posso dire di annoiarmi e soprattutto…ho ancora tanta voglia di mettermi in gioco!

Album di ricordi