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Percorso casa-scuola: il luogo in cui si diventa grandi

Dalla dimensione della dipendenza alla dimensione dell’autonomia, dalla protezione all’esplorazione: acquisire autonomia vuol dire anche generare competenze per la vita.

La conferenza organizzata dall’ATA Associazione traffico e ambiente attraverso il Coordinamento Pedibus Ticino lo scorso 15 aprile con il dott. A. Pellai ha aperto diversi spunti di riflessione sul ruolo del Pedibus in relazione al percorso evolutivo e di crescita dei bambini in età scolare.

Il dott. A. Pellai ha ricordato come il percorso casa-scuola sia anche il luogo in cui il bambino diventa grande passando dalla dimensione della dipendenza alla dimensione dell’autonomia, dalla protezione all’esplorazione.

Il mondo reale, concreto, procedurale è il luogo di esplorazione, stimolazione, relazione imprescindibile per un sano sviluppo neuronale e affettivo, oltre che motorio.

Corpo, relazioni e mente sono insieme indicate dall’OMS nella definizione di salute e benessere. Nei bambini la mente è immatura, in formazione. Far star bene un bambino vuol dire anche farlo agire e muovere. Se togliamo corpo e relazioni a un soggetto in età evolutiva, questo entrerà facilmente in sofferenza rischiando di sperimentare un disagio molto forte.

Il dott. Pellai ci ha ricordato ciò che le ricerche da tempo confermano: i bambini che camminano prima di andare a scuola apprendono molto meglio.  In modo naturale, la camminata e gli stimoli lungo il percorso riattivano emisfero destro ed emisfero sinistro del cervello, preparandolo all’esperienza dell’apprendimento.

Un’evidenza clinica: i bambini ad altissima digitalizzazione sotto i 10 anni hanno un’emergenza pandemica associata a difetti visivi perché non sono più abituati ad avere esperienze reali di messa a fuoco lontano dalla propria zona di prossimità: il cervello non genera le reti neuronali che forniscono la competenza visiva nella visione a distanza. È l’esperienza che forma e modella il cervello dei nostri bambini!

Relazione ed esperienza modellano dunque insieme le reti neuronali: la nuova sfida di genitori ed educatori è ora mettere i bambini e le bambine al centro delle relazioni affettive e al contempo far loro vivere stimoli ed esperienze.

Jean Piaget lo confermava: l’intelligenza del bambino nei primi anni di vita è senso-motoria. “Dire le parole” non è sufficiente e non comporta l’apprendimento del gesto nel mondo del bambino. Per insegnare a un bambino l’autonomia sarà fondamentale “fare” con lui continuando a sostenere l’esperienza pratica operativa e procedurale della vita.

I nostri bambini e le nostre bambine che camminano verso scuola si appropriano del loro territorio e ricevono le stimolazioni giuste, quelle che “vanno alla velocità” del loro principio di realtà. In un progetto come il Pedibus lo fanno anche in un contesto relazionale dove lo “stare con l’altro” è un grandissimo allenamento a quelle competenze che sono così importanti in età evolutiva.

È di fondamentale importanza individuare in ogni passaggio evolutivo del bambino quello spazio di crescita che gli compete. Il percorso casa-scuola è sicuramente uno di quegli aspetti sul quale è necessario rendere un bambino autonomo.

Quello che deve avvenire per la loro crescita è sentire un’appartenenza valida, sana, efficace, al territorio che li vedrà diventare grandi.

È possibile rivedere interamente la conferenza qui.